Entrare nel carcere minorile di Nisida è strano. Di respirare la stessa aria di un secondino non mi va, diceva qualcuno. Ma qui di aria ce n’è talmente tanta che non bisogna rinunciare a niente. Poi però riconosci segnali di rottura, segni che ti ricordano dove sei, che ti ricordano chi sono quei ragazzi che indossano i grembiuli da cuoco e ti offrono le chiacchiere appena sfornate.
Sono nata a Parma nel 1990. Frequento un master in fotogiornalismo alla Scuola Romana di Fotografia e studio antropologia culturale presso l’Università La Sapienza di Roma. Porto avanti diversi progetti fotografici, accompagnati dalla scrittura, seguendo una linea che mette insieme memoria, intimità e racconto.